Fisico, meteorologo
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La vita

 

FILIPPO EREDIA nasce a Catania il 10 febbraio 1877 da Antonio Eredia e Marianna Tricomi. Dopo la maturità, si iscrive alla Facoltà di Fisica presso l’Università di Catania; ancora studente universitario, dall’agosto 1897 è assistente volontario presso l’Osservatorio Astrofisico di Catania, divenendo prima “misuratore della fotografia stellare” e successivamente “assistente per la fotografia celeste”.

All’Osservatorio di Catania, sotto la guida di Annibale Riccò, inizia la sua carriera scientifica ed il primo lavoro riguarda la temperatura di Catania calcolata in base a 82 anni di osservazioni, iniziate nel 1817 in casa del geologo e vulcanologo prof. Carlo Gemellaro.
Si laurea nel novembre 1901.
Dal novembre 1901 al marzo 1904 è assistente di ruolo all’Istituto di Fisica dell’Università di Catania.

Nell’ aprile del  1904 si trasferisce all’Osservatorio Geodinamico di Rocca di Papa e, successivamente, nell’agosto 1905 all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma, dove è destinato a dirigere la Sezione di Climatologia.
 Nel 1906 a Catania sposa Elvira Budano. Dal matrimonio nasceranno Anna, Antonio e Maria.

Nel 1912 ottiene la libera docenza in meteorologia presso l’Università di Roma, nella quale insegna dall’anno accademico 1913/14.

All’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, trova, nel copioso materiale a disposizione dell’istituto, le fonti e gli strumenti idonei per portare a compimento quelli che diverranno lavori classici e fondamentali sul clima d’Italia che ne fecero indiscutibilmente la prima autorità in materia.
Studia la distribuzione e le caratteristiche della temperatura, della pioggia, della nebulosità, dell’umidità, portando a termine una notevole mole di lavoro e legando per sempre il suo nome alla Climatologia italiana.
Un’attenzione particolare poi dedica alla sua terra natale, a cui si sentiva legato da un vivissimo amore, trattando a più riprese con cura e attenzione speciale il clima della Sicilia.
Ma non si è limitato ad un solo campo: compie i primi importanti studi sulla Climatologia delle Colonie italiane, l’Eritrea, la Somalia, la Libia, e estende le sue indagini al bacino mediterraneo e ad altre regioni del mondo.

Quando la navigazione aerea comincia a svilupparsi e a progredire, con la conseguente crescita delle esigenze e dei problemi della meteorologia aeronautica, Filippo Eredia si dedica a questo nuovo genere di ricerche e si specializza in questo campo. Passa dalla Sezione Climatologia a quella dei Presagi e durante la prima guerra mondiale esercita proficuamente la sua attività nella previsione del tempo, di cui diventa uno dei maggiori studiosi.

Quando nel 1926 il servizio di assistenza alla navigazione aerea passa al Ministero dell’Aeronautica, Filippo Eredia è chiamato a dirigere l’Ufficio Presagi. Nella nuova destinazione la sua attività trova modo di assumere altre forme e altre applicazioni. Così, mentre continua a lavorare e a produrre incessantemente nel campo climatologico, pubblicando, anche presso il servizio Idrografico, nuovi importanti lavori, specie sulle temperature e sulle piogge, prende parte diretta al quotidiano lavoro del proprio ufficio, si prodiga per la costituzione della rete meteorologica dell’Aeronautica e per l’impianto di Osservatori Scientifici, assiste personalmente i numerosi raids aerei del tempo – le spedizioni del Norge, le due crociere atlantiche, le due crociere mediterranee – prende parte ai più importanti congressi internazionali.

Questa molteplice attività non gli fa perdere di vista i progressi scientifici della meteorologia, sia dal punto di vista tecnico sia da quello pratico e strumentale e, mantenendosi al corrente della produzione internazionale, introduce in Italia le teorie più moderne, innova strumenti e metodi di osservazione, indirizza sapientemente i propri collaboratori.

S’interessa, anche, di Meteorologia medica, cura l’impianto di Sanatori, insegna all’Accademia Aeronautica di Caserta, alla Scuola di Applicazione di Firenze, alla Scuola di Guerra Aerea di Roma, si occupa efficacemente dell’esplorazione termodinamica e anemologica dell’atmosfera, pubblica numerosi trattati e opere di divulgazione, collabora a periodici e riviste culturali italiane e straniere, tiene conferenze scientifiche e di propaganda meteorologica, presiede commissioni di esame.

 

Nel frattempo la fama di studioso si va diffondendo all’estero, per cui Filippo Eredia è chiamato a far parte di numerose commissioni internazionali e di varie società scientifiche.
In Italia il suo nome, più che noto, diviene addirittura popolare, rimanendo associato, nella coscienza del pubblico, a tutto quanto riguarda la Meteorologia. Numerose decorazioni e medaglie italiane e straniere attestano la rinomanza che ovunque ha saputo raggiungere.

Dal 1934 al 1937, avendo vinto il concorso per la Cattedra di Meteorologia e Oceanografia presso l ’Istituto Superiore Navale di Napoli, accetta l’incarico dell’insegnamento di queste discipline, continuando ad occupare il suo posto al Ministero dell’Aeronautica; nel 1938 viene nominato ordinario all’Università di Roma e chiamato ad insegnare Aerologia presso la Scuola di Ingegneria Aeronautica e poi a dirigere quell’Istituto di Aerologia da lui fondato. La sua separazione dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica è tuttavia puramente formale, perché continua a collaborare con l ’organizzazione di assistenza del volo dell’aeronautica, insegnando Climatologia ai corsi di perfezionamento per Ufficiali Geofisici.

Nel 1937 fonda la Rivista di Meteorologia Aeronautica, alla quale dedica gran parte della sua attività.

Negli ultimi anni della sua vita si dedica alla pubblicazione di opere divulgative, per far conoscere a un più vasto pubblico la meteorologia, tra cui alcuni libri editi da Bompiani e numerosi articoli su quotidiani nazionali.

Muore a Roma il 14 febbraio 1948